mercoledì 29 febbraio 2012

METALLIZED

HOUSEBREAKING "Out Of Your Brain"
(Crash Music)

Voto 8/10

Out Of Your Brain è la prima release dei laziali Housebreaking, band dedita ad un death core moderno, anche se mi sembra piuttosto chiara la matrice thrash del gruppo. Si tratta di una autoproduzione, anche se non si direbbe affatto: il promo in mio possesso non ha nulla e ripeto nulla, da invidiare alle release ufficiali per diversi fattori, primo fra tutti la qualità della registrazione, fatta di un sound potente ma allo stesso tempo cristallino che già rappresenta un ottimo vanto per una release non ufficiale. Da sommare a questo c’è un’ottima grafica in stile post-bellico e un ricco booklet con testi e immagini; insomma, sono costretto a ripetermi: questo disco non ha nulla da invidiare ad un’uscita ufficiale. Da questo punto di vista occorre riconoscere merito al gruppo che ha curato meticolosamente tutti gli aspetti del package, realizzando un ottimo prodotto. Una perfezione formale che può equivalere ad un contorno, ma la parte più interessante e sostanziosa resta pur sempre la bistecca; com’è quindi la musica che ci propongono gli Housebreaking? Buonissima. Non starò qui a parlarvi di una pietanza d’alta cucina, da palati fini per intenderci, ma di una bella fiorentina tagliata col coltellaccio e sbattuta sulla griglia; un voluminoso pezzo di carne da staccare a morsi, mandando a quel paese il bon ton: questo sono gli Housebreaking. Energia a palate, giusta attitudine alla musica e una sana, genuina e sacrosanta voglia di farvi sanguinare i timpani. È questo quello che trasmette Out Of Your Brain anzitutto: questo disco ha feeling, che è una cosa da non sottovalutare, anzi. L’eterogeneità dell’album -e delle influenze del gruppo, prima fra tutte il thrash classico- fa il resto.
Si parte con l’ottima title track caratterizzata dalla velocità e manco a dirlo dalla potenza espressa dal growling di Marco Stanzione, per poi passare alla più cadenzata Clandestine, violentata da vibranti accelerazioni perfettamente riuscite. Saint’s War è forse uno degli episodi migliori del disco e risulta senz’altro molto valida per rappresentare gli Housebreaking. Il pezzo s’interroga sulla giustezza della guerra ed infatti è dedicato a tutte le vittime civili dei conflitti in Iraq e Afghanistan. Un giro di basso apre Blessed Be, ancora una volta costruita da bordate di chitarra ad opera di Alfredo Tranchedone e Mariano Fontaine autori entrambi di un’ottima prova. Odissey è una frustata metal sulla schiena, una song davvero ben riuscita; Crash Attitude mi pare la più ragionata del lotto e forse la meno immediata, ma a lungo andare si rivelerà come uno dei pezzi migliori. Retro-Active punta tutto sull’immediatezza e la velocità, grazie a un riff di chitarra vincente. Echi di Nevermore in Finally Ready, cupa e malinconica nel suo incedere. Chiude l’album Housebreaking, una scarica d’adrenalina di due minuti, nella quale il gruppo comprime tutta la carica scanzonata di hardcore/punk che gli scorre nelle vene.
In quaranta minuti scarsi gli Housebreaking dimostrano di saperci fare, dando sfogo a tutte le influenze che li hanno plasmati: dal death, al core, passando per thrash e hardcore/punk. Anche se con diversi membri e incarnazioni la band esiste dal lontano 1994, ma solo in seguito alla reunion del 2009 è riuscita a produrre questo album sul finale del 2010. I ragazzi meritano, a mio avviso, spero che qualcuno apra gli occhi e si accorga di loro.

Roberto Tirelli


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