CALABRIA SOUND ROCK
Intervista agli HOUSEBREAKING (28/12/2011 al CALABRIAN METAL INFERNO)
Ho letto che il progetto va avanti da tanti anni, ci puoi fare una breve storia della band?
(Marco, Voce): La breve storia la faccio con gli anni. Allora il gruppo è nato nel 1994, da Mariano il chitarrista… aveva degli amici con cui facevano roba tipo surf-punk oppure un rock molto influenzato dai Timoria degli anni di 2020 Speedball, una roba del genere. Poi dopo il gruppo ha subito diversi cambi di formazione fino ad arrivare a un primo tentativo di ritorno nel 2006, e poi dopo a un definitivo ritorno nel 2009, quando ci siamo riuniti io, Mariano e Giulio il bassista. In seguito sono entrati Alfredo e Gianni, rispettivamente chitarrista e batterista, per comporre i pezzi che sono andati a finire poi nel nostro primo album uscito a inizio 2011.
Come è andato questo primo anno, dopo l’uscita dell’album?
(Mariano, Chitarra): Ci siamo divertiti tantissimo, se vuoi sapere a livello di soldi… no! (risate). A livello di soddisfazioni personali, una cosa incredibile! Abbiamo fatto circa trenta date in un anno, quindi una bella soddisfazione, su e giù per l’Italia da nord a sud. Se devo dire la verità, non perché sto qua al sud, ma il sud è tutta un’altra cosa. Non c’è un cazzo da fare, al nord sono tutti più freddi, c’hanno rotto il cazzo, si mangiassero la polenta (risate). Puoi scriverlo tranquillamente, perché devono venire ai concerti e divertirsi, non devono andare a vedere come uno suona. Ti vuoi divertire? Vai ai concerti e ti diverti, se devi vedere come uno suona, prendi un dvd, lo metti e ti diverti così.
Anche dal palco hai detto qualcosa sulla rabbia del sud…
(M., chit.): Ah, l’hai detto? (Riferito a Marco) Hai fatto bene! (risate)
(M., voce): Ci tenevo a sottolineare una cosa di cui abbiamo una prova netta e concreta. Il fatto che la rabbia che abbiamo noi al sud, soprattutto in questo momento di crisi, come ce la vogliono etichettare loro, è forte e quindi difficilmente può essere capita dalle persone del nord che forse stanno anche un po’ meglio. Quello che si voleva dire, semplicemente, è che quando eravamo più ragazzini era il nord a guidare la scena e dovevamo andare noi con i treni di notte per vedere i concerti. Adesso la situazione fortunatamente sta cambiando! Siamo andati a suonare a nord e ci hanno chiesto di venire a suonare a Cassino, un mese fa siamo stati a Lecce ed è stato bellissimo, e poi stasera il massimo proprio…
Tra l’altro nel Lazio, la musica “pesante” va abbastanza bene, no?
(M., voce): C’è la scena hardcore di Roma che è sempre presente, da diversi anni. Poi grazie all’impegno del gruppo e di tantissimi musicisti che ci stanno nella zona del cassinate, stiamo facendo rinascere quella che è la scena metal di Cassino che è florida.
(M., chit.): Una scena del sud Lazio, quindi magari molti la possono vedere come una forma di provincialismo “iperprovinciale”, però ti posso assicurare che ai concerti arrivano tra le 150 e le 250 persone sempre, per ogni serata. Se invece organizzi a Roma te ne arrivano 50 o 100 al massimo. Miracolo! Quindi siamo soddisfatti di questa cosa e devono capirlo pure i signori che stanno nella capitale. Il bello secondo me è sapere portare la gente ai concerti, ma non è semplice. Noi personalmente a Cassino, quindi nel sud del Lazio, ci riusciamo e ci riusciamo bene. Chi vuole contestare sta cosa è libero e ci dimostrasse il contrario, ma tanto non è così (risate).
Che pensate della vostra esibizione e della serata?
(M., voce): Io stavo per commuovermi!
(M., chit.): (ride)
(M., voce): Una cosa che posso dire a livello personale è che tutti negli Housebreaking abbiamo avuto esperienze in altri gruppi, ma un’accoglienza del genere è stata…
(M., chit.): Micidiale!
(M., voce): È stato tutto d’impatto davvero!
(M., chit.) Micidiale, bellissima. Ti posso fare una confidenza? Ho fatto una marea di stecche, ma sinceramente non me ne frega un cazzo perché mi sono divertito talmente tanto che va benissimo così (risate).
C’è una bell’attitudine!
(M., voce): La nostra attitudine è proprio questa, noi spesso non suoniamo come quando facciamo le prove. A dire la verità proviamo e riproviamo tanto, soprattutto ultimamente, però dal vivo succede una cosa… amiamo talmente tanto quello che suoniamo e iniziamo a divertirci quasi come se fossimo spettatori di noi stessi, quindi capita che ci lasciamo andare. Soprattutto poi nel cassinate quando suoniamo facciamo delle scenette assurde.
(M., chit.): Dalle parti nostre facciamo delle figure di merda allucinanti (risate). Nel senso che arriviamo talmente ubriachi sul palco da non riuscire a capire che cazzo di pezzo dobbiamo fare. Però i ragazzi lo sanno e quindi rispondono lo stesso, stanno là, si divertono…
È una festa?!
(M., chit.): È una festa, l’heavy metal è una festa
(M., voce): Anche perché ci hanno visto prima suonare sobri, hanno visto quello che possiamo dare e allora ogni volta che suoniamo in zona è una festa.
(M., chit): (ride) è così.
Un’ultima cosa sul futuro della band, che farete adesso?
(M., voce): Il futuro lo facciamo dire al leader.
(M., chit.): No, il futuro? Il futuro sono loro (indica anche il bassista). Io c’ho quarant’anni e Giulio (basso) diciannove. Che te devo dì? Stiamo cercando di spianare una strada a loro, anche se secondo me non è manco una strada, ma una breccia. L’heavy metal in Italia è come seguire un sogno irrealizzabile e quello è, però se loro hanno voglia fanno esperienza, quello è l’importante! Poi secondo me non esiste un futuro per l’heavy metal, non esisterà mai, però esisterà sempre il divertirsi assieme a tanta gente. Per esempio conosco da vent’anni Gianluca Molè dei Glacial Fear e gli voglio un bene dell’anima, grazie a lui siamo venuti a suonare qua. Quindi, per prima cosa, ringraziare le persone che ci credono in un progetto, in un ideale e nella musica. I ragazzi giovani ci devono credere perché è giusto che ci credano, però non ti direi mai “credici e avrai successo”, se vuoi successo lascia perdere e mettiti a fare Laura Pausini che può essere che ce la fai.
(M., voce): Comunque noi abbiamo già scritto 4 pezzi per un prossimo futuro album che speriamo di completare al più presto e le soddisfazioni personali per noi sono serate come queste. Tanto sappiamo di non poter mai fare soldi, ma neanche riprendere tutto quello che abbiamo speso. Vogliamo semplicemente continuare a suonare in giro e se è possibile, l’ aspirazione massima è andare a suonare un po’ all’estero. Punto e basta.
Volete ricordare i vostri contatti?
(M., voce): www.housebreaking.it, myspace.com/housebreaking, abbiamo anche due pagine facebook.
(M., chit.): Poi possono contattare anche ognuno di noi singolarmente, basta che però ce lo dicono e si presentano scrivendo “ci siamo conosciuti a…”. Non lo dico per tirarmela, però se io non so chi cazzo mi contatta, sinceramente avendo anche una figlia piccola non mi va di accettare chiunque… che ne so chi trovo? Magari è un pedofilo, è un bastardo o un prete maledetto, io che ne so? A meno che non sia una bella ragazza! Il contatto migliore è la mail privata che si trova su facebook sempre… Allora ti aggiungo e ti do anche ospitalità a casa, mangiamo insieme, fai quello che cazzo ti pare e va tutto bene. Ma l’importante è farsi in qualche modo riconoscere, almeno per me, per Marco va bene tutto (risate). Poi io lo so come sono, già domani non mi ricorderò dell’intervista e dirò “chi cazzo è questo? non mi ricordo” e Marco mi dirà “ma è quello che ci ha intervistato”, quindi in caso presentati dicendo “io sono quello scemo che vi ha intervistato”, perché se hai fatto un’intervista a noi vuol dire che sei più scemo di noi. Più di questo che te devo dì? Grazie!
(M., voce): Grazie mille.
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